Partenza e via…. Ho alfine deciso di tentare questo nuovo strumento di relazione i cui sviluppi non so immaginare….
Ecco questo è il mio osservatorio e dato che gli osservatori vengono frequentemente pensati o
situati in alto ho deciso di chiamarlo Altitude, parola latina che vuole esprimere il, per me, quindi molto relativo, punto più alto da cui posso osservare ciò che accade dentro di me appunto osservando il fuori di me.
Alto e basso non per esprimere un giudizio ma per alto intendo dire il punto dove riesco tentativamente a “vedere”, a “comprendere” ovvero osservare il più vasto numero di relazioni tra le cose, tra le persone e quindi situazioni, consapevole che ciò che osservo è simultaneamente modificato dalla mia stessa osservazione, come ormai la scienza ci ripete quasi ossessivamente data la nostra incapacità di comprendere questo, all’apparenza semplice, dato e trasporlo nel nostro quotidiano.
A cui ho aggiunto “il pensiero vuoto” volendo esprimere l’intento di non avere alcuna pretesa di nessuna ragione, di non voler convincere nessuno, tanto meno me, di alcuna opinione ma semplicemente condividere ciò che è la mia percezione di ciò che chiamiamo realtà.
Né saranno pensieri originali, esclusivi se non come espressione di una esperienza quindi non mi approprierò di nulla ma utilizzerò ciò che al momento transiterà attratto appunto dalla mia esperienza vissuta in quel mentre.
Apparentemente complesso è invece semplice e quindi si va…!
Buona lettura. Giorgio.
p.s.: mi segue nel silenzio della scrittura la mia gattina Sila, instancabile vera osservatrice dello scorrere altrui..