Buona Musica e Buon Suono

Suono.jpgScritto e pubblicato a dicembre 2009 e relativa risposta del direttore Paolo Corciulo:

Egregio Direttore,

sono un appassionato di Buona Musica e Buon Suono ed è dalla lontana  gioventù che vi seguo anche con fasi alterne come qualsivoglia relazione.

Il mio intento non è né di dare giudizi e tanto meno di polemizzare e questo potrebbe essere un difetto di questi tempi al fine di catturare l’attenzione del/dei lettori.

Ho letto con interesse le risposte del Presidente dell’APAF alle fatidiche dieci domande da Voi poste, risposte che, da non addetto ai lavori, trovo in equilibrio ma soprattutto coerenti con l’asserzione di base che delimita tutte le dieci risposte e cioè che l’APAF è una associazione di categoria!

E come tutte le associazioni di categoria ha come unico obiettivo quello di promuovere gli interessi della medesima che nella fattispecie possiamo semplificare nell’implementare l’attività di vendita degli associati. Quindi la diffusione, la conoscenza e la promozione di questa splendida attività/passione sono elementi funzionali solo se utili alla vendita, quindi per assurdo se si vendesse comunque non verrebbero attivati.

Quindi quello che fanno lo fanno bene, che non vuol dire che non sia migliorabile, ma in funzione di quanto detto sopra.

Ed è chiaro invece che le esigenze in senso più ampio sia degli utilizzatori, sia presenti che potenziali, sia di altri operatori che agiscono nel settore sono ovviamente diversificate a seconda proprio delle singole peculiarità.

È altrettanto chiaro che la diffusione di questa passione, che ha tantissimi aspetti educativi e culturali, è ancora un’altra cosa.

Infatti dallo stesso Presidente è stato più volte suggerito forse la necessità di un’organizzazione diversa dalla loro.

Questo mi ha fatto riflettere su ciò che io avrei desiderato in tutti questi anni a fianco delle indispensabili riviste e cioè di una associazione di… appassionati!

Non è certo in sé una novità in quanto in tantissimi altri settori i fruitori si organizzano in associazioni che hanno tra i tanti potenziali obiettivi principalmente quello di diffondere l’attività oggetto della stessa.

Io stesso avendo anche la passione della montagna applicandomi in diverse discipline ho sempre comunque, più o meno attivamente, utilizzato una delle associazioni più famose e consolidate nel tempo e cioè il Club Alpino Italiano.

Ed è proprio dall’esempio di quest’associazione, certamente non esente comunque da problematiche, che possiamo forse prendere interessanti spunti ad esempio di come l’attività principale sia proprio quella di promuovere la montagna in tutti i suoi aspetti e logiche comprendendo in varie forme anche attività economiche di terzi, pensiamo solo alla gestione dei rifugi, alle sponsorizzazioni, alle scuole di vario livello e finalità come gli istruttori di alpinismo, di sci…, avendo come potenziali fruitori soprattutto i giovani, ha persino una sua rivista interna specifica che si sostiene con la pubblicità….

Il TopAudio è un evento promozionale focalizzato prioritariamente sul prodotto e in quanto tale non può avere quindi alcuna possibilità di svolgere un’attività, a diversi livelli, di diffusione del Buon Suono (in alternativa ad hi-end che la maggior parte dei non addetti ai lavori non sa proprio cosa sia o hifi che è ormai sinonimo di “compattone”)  così come mi piace chiamare questa passione se non in funzione stretta al prodotto stesso e non come sviluppo culturale ed educativo, questo senza nulla togliere al massimo contributo che porta e che gli va riconosciuto.

La Buona Musica e il Buon Suono non sono concetti trasmissibili tramite una campagna pubblicitaria ma tramite una educazione e una cultura, da qui da sempre la difficoltà di ipotizzare delle campagne pubblicitarie che non siano legate al marchio e prodotto e che abbiano come unica finalità se non la vendita e con realismo si deve ammettere che se anche una campagna accettabile fosse ideata sarebbe insufficiente e non adeguata al punto in cui si trova la diffusione oggi con l’immagine di esclusività che si è costruita nel tempo e tuttora alimentata per non parlare della relazione costi/benefici.

Tutto ciò per suggerire che forse lo sguardo va direzionato altrove e che l’attenzione primaria va orientata sul prodotto finale degli oggetti di riproduzione e quindi di vendita perché il problema sta non o non solo nel conoscere le macchine atte alla riproduzione del suono ma nell’oggetto che è proprio la qualità stessa del suono, attributo oggi non più fondamentale nella fruizione della musica che del suono è la realizzazione artistica nel senso più ampio… quando c’è…. cioè Buona Musica..

Nella nostra cultura siamo abituati a separare, etichettare, classificare con il rischio di scivolare via via in settarismi, chiusure, “verità assolute” per il solo fatto di crederci, perdendo la visione d’insieme e degli elementi che uniscono invece di separare.

Conosco musicisti di professione in ambito classico che hanno preparazione, cultura, orecchio (molto più di me) ma quando ascoltano musica in ambito domestico ecco il solito compattone localizzato in ambiente a dir poco in modo posticcio….

E viceversa sappiamo di impianti di alto livello con cultura musicale a dir poco approssimativa…

Per non parlare che oggi un qualsiasi bar o mensa o anche locali con una ambizione più spinta di intrattenimento propongono gracchianti apparecchiature che trasmettono inudibile musica da fantomatiche stazioni radio…. e sembra che vada bene a tutti così ma se solo indaghi un po’ ecco scoprire che forse c’è lo spazio per migliorare e rendere consapevoli che con un minimo sforzo si possono ottenere risultati eclatanti.

Questo solo per dire che le due cose hanno la necessità di un punto di incontro forse più ardito e più profondo. 

E in una situazione complessa ed avanzata come quella che il settore sta attraversando forse il primo passo dovrebbero farlo quei professionisti che già hanno necessariamente un bagaglio tecnico, professionale e divulgativo che ritengo possano essere gli operatori delle riviste, in quanto hanno la credibilità ed il carisma per poter attrarre le forze necessarie tra fruitori, produttori e rivenditori per innescare un processo prima di intenti e poi organizzativo che possa attivarsi capillarmente sul territorio avendo come base i fruitori ovvero gli appassionati ora quelli esistenti poi quelli potenziali.

Semplice nella enunciazione e difficile nella realizzazione? Forse, tutto dipende dalla verità delle asserzioni tanto sovente affermate da tutte le parti in causa.

Non penso di avere detto cose così innovative anzi probabilmente forse sono già state più volte discusse ma spero di avere dato un piccolo contributo a sostegno.

Nell’esprimere i miei complimenti per il Vostro lavoro porgo i più cordiali saluti.

 

                                  Giorgio Panzeri

 

 

Giorgio Panzeri, pur schernendosi, rívela una lucidità davvero notevole, mettendo a fuoco una sítuazione, identifcandone i principali aspetti, ipotizzando delle possibili vie d’uscita… che non a caso stiamo analizzando pur con i tempi pachidermici che caratterizzano questo settore! Per completezza aggiungerò che, sognare per sognare, personalmente mi piacerebbe che se un’organizzazione “ha da nascere” sia caratterizzata dalla píù ampía rappresentanza possibiIe.

Mi “accontenterei” naturalmente anche di un’organizzazione dei consumatori e sono fiero che, perlomeno Panzeri, ci identifichi come possibili fattori catalizzanti di questo processo: se si dovesse fare..accetto!

Ma dalle parole ai fatti la strada può essere lunga a tal punto da non concluderli mai, oppure brevissima: lo confermano i fenomeni di social network e quello che riescono a mettere ín piedi.

In prarica la parola ora sta a voi: siefe diposti almeno a far sentire il vostro parere? A finanziare (magari pagando un bigtietto anticipato) un’organizzazione per la “Buona Musica”?

Io ci sono e attendo segnalí di fumo… (P.C.)

 

 

 

Buona Musica e Buon Suonoultima modifica: 2011-01-27T23:55:00+01:00da gio08gio
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