Ma Pinocchio di Collodi non è una favola per bambini, compresi quelli cresciuti?
E cos’è allora questa strana edizione dal titolo “Pinocchio e la Qaballah” DVD di Igor Sibaldi, che accosta senza pudore cose che nella nostra cultura ed esperienza sono così distanti?
Mia madre, insegnante, non perse occasione per farmelo leggere e raccontare ed io, da bravo adulto, non mi sono perso l’edizione classica di Walt Disney nonché vari rifacimenti ed interpretazioni fino a quella di Benigni, ma, sinceramente, proprio non avevo accostato questo spendido racconto alla narrazione di una reincarnazione!
Eppure è banale ed è talmente evidente che mi sento ignorante di fronte a questa semplice deduzione rivalutando, ancora ce ne fosse bisogno, la figura dello scrittore.
Così Igor Sibaldi, scrittore e teologo, arriva a mostrarci le avventure di Pinocchio come un originalissimo trattato di teologia, fitto di citazioni dai testi sacri cristiani, ebraici ed egiziani, e sopratutto dalla tradizione della Qabbalah.
Il bambino che è in noi è un aspetto di cui facciamo così fatica a riconoscerne ed a coglierne quei tratti di innocenza che tanto bene farebbero alla nostra presunta maturità, fermandoci quasi sempre solo a quei comportamenti che sono proprio la non voglia di prenderci la responsabilità della nostra realtà.
Quel bambino che, venuto da chissà dove, tanta fatica, impegno e volontà deve attivare in sé per far sì che radichi in questa realtà così particolare nelle ferree leggi di dualità ed impermanenza.
Ci viene così fornita una ulteriore prospettiva del processo d’incarnazione, data come normalità del nostro processo di Vita che va ben al di là della sola e singola esperienza terrena che i nostri sensi fisici per loro natura percepiscono in termini restrittivi.
Processo d’incarnazione che in altre epoche era la normalità della nostra conoscenza ed esperienza ed ancora lo è per molte culture religiose e non. Ma noi occidentali siamo chiusi nell’arrongante presunzione di conoscere e catalogare la realtà in un metodo che riteniamo infallibile per il solo fatto che conosciamo solo quello ed il quale con gran fatica sembra darci certezze comode e sicure.
Certezze a cui aggrapparci nei profondi bui notturni, per poi scoprire che non ci supportano per nulla ma anzi che la nostra esperienza reale, la nostra sensibilità interiore ma anche esteriore, vanno ben al di là delle codifiche così dette scientifiche, senza nulla togliere al loro importante apporto di conoscenza e benessere, ma volendone delimitare i limiti e vincoli che la Personalità dell’individuo gli hanno nel tempo incatenato.
Ben venga dunque lo studio e l’esperienza di chi con coraggio e determinazione sfida ogni giorno il dogmatismo comune per spostare sempre più avanti non solo la conoscenza ma soprattutto la Coscienza dell’Uomo.